Dolomiti Friulane
Forni di Sopra (Ud) 907 mt s.l.m.
(5 ÷ 14 Settembre 2020)
5 Settembre 2020
Rosignano Solvay – Forni di Sopra (Ud) Km 495
Ore 07,45 Ritrovo presso la Sede U.P . via E. Solvay 40, Rosignano S. , e partenza in Bus GT; brevi soste durante il percorso con pranzo in Autogrill.
Nel pomeriggio arrivo a Forni di Sopra (Hotel Posta), sistemazione nelle camere, cena e pernottamento
dal 6 al 13 Settembre 2020
Pensioni complete in Hotel (pranzi in ristorante quando previsto)
Saranno organizzate le seguenti escursioni di ½ giornata:
- Sauris
- Cima Sappada
- Tolmezzo
- Zuglio
- Ovaro
- Pesaris
- Timau
. . . di un’intera giornata con pranzo in ristorante:
- Monte Lussari / Laghi di Fusine
N.B. In caso avverse condizioni meteorologiche, le escursioni potranno avere variazioni.
14 Settembre 2020
Prima colazione in Hotel, carico bagagli e partenza in Bus per la riviera Adriatica; pranzo in Ristorante.
L’arrivo a Rosignano Solvay è previsto per le ore 20,30 / 20,45.
Quota individuale di partecipazione . . . . . . . . . . Euro 770,00
Supplemento camera singola . . . . . . . . . . . . . . . . . Euro 150,00
All’atto dell’iscrizione dovranno essere versati 100,00 Euro
Entro il 13 Marzo 2020 ulteriori 100,00 Euro
La rimanenza entro e non oltre il 7 Agosto 2020
Termine iscrizioni 29 Maggio 2020
La Quota comprende:
Viaggio A/R in Bus GT
Sistemazione in ottimo Hotel 3 Stelle, in camere doppie con servizi privati, con trattamento di pensione completa.
Bevande (acqua e vino) ai pasti principali
Pranzo in Ristorante ai Laghi di Fusine
Pranzo in Autogrill durante il viaggio di andata
Pranzo in Ristorante durante il viaggio di ritorno
Escursioni e visite come da programma
Assicurazione viaggio
La Quota non comprende:
Le mance, gli extra in genere, eventuali imposte di soggiorno, ingresso a Musei e/o monumenti, impianti di risalita (Cabinovie, seggiovie ecc.), le escursioni facoltative e tutto quello non compreso alla voce “La Quota Comprende”.
Forni di Sopra 907 mt s.l.m.
Incorniciata dalle splendide vette delle Dolomiti Friulane Orientali, situata nel cuore di una conca ampia e soleggiata, Forni di Sopra si trova in Carnia, nella parte orientale del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, uno dei più vasti dell’arco alpino e dei più ricchi di animali selvatici.Nel complesso, il territorio si estende dai 900 metri, quota del centro abitato, ai quasi 2600 metri della cima dolomitica più alta e le caratteristiche naturali dello stesso consentono di praticare molteplici attività sportive all’aria aperta lungo tutto l’arco dell’anno e questo permette un contatto costante con la natura.
Da vedere:
- Seggiovia Varmost
- Chiesa di S. Floriano con affreschi del XV sec.e una pala del Bellunello datata 1480
- Chiesa Parrocchiale
- Museo Rurale Fornese e Museo sulla tessitura “Il filo dei ricordi”
- Antica fornace
- Siti archeologici “Sacuidic” e “Cuol di Ciastiel”
Hotel Posta Forni di Sopra (UD)
L’ Hotel Posta, completamente rinnovato, dispone di tutti i comfort relativi alla categoria degli alberghi a 3 stelle. L’ottima posizione, proprio nel centro del paese, fa dell’Hotel Posta il luogo ideale per ospitare gruppi e famiglie. Infatti farmacia, ambulatorio medico, giornalaio, negozi e tutti gli altri servizi essenziali, sono situati a pochi metri dall’albergo; così pure gli impianti sportivi ed i luoghi di partenza per le più belle passeggiate.
L’hotel dispone di ascensore, sala TV (con schermo gigante) / soggiorno, ampio giardino attrezzato con giochi, piscina, vasca idromassaggio, sauna e solarium.
– Drink di benvenuto
– Serata dell’arrivederci con musica dal vivo e ballo
– Serata con cena tipica friulana
– Grigliata all’aperto
– Serate di diapositive sull’ambiente montano
– Serate di tombola
– Proiezioni film
– Gara di briscola con premi per i vincitori
– Torneo di bocce con premi per i vincitori
– Visita al Museo Rurale Fornese
– Mountain bike a disposizione degli ospiti
– Utilizzo della piscina esterna (zona giardino)
– Utilizzo dell’idromassaggio esterno (zona giardino)
– Utilizzo su prenotazione della sauna esterna (zona giardino)
LOCALITA’ | Altitudine | Distanza in Km | ||
interessate nel presente programma | (mt s.l.m.) | da Forni di Sopra | ||
Forni di Sopra (Ud) | 907 | 0 | ||
Cima Sappada | 1292 | 45 | ||
Laghi di Fusine (-> da Camporosso) | 929 | 13 | ||
Monte Lussari (Camporosso) | 1790 | 98 | ||
Ovaro | 525 | 38 | ||
Passo della Mauria | 1298 | 10 | ||
Pesaris | 750 | 56 | ||
Sauris | 1212 | 34 | ||
Socchieve | 480 | 28 | ||
Timau | 830 | 65 | ||
Tolmezzo | 323 | 42 | ||
Zuglio | 429 | 46 | ||
Le Escursioni
Sauris Km 34 Altitudine 1.212 mt s.l.m.
Sauris è il comune più alto della regione: riposa in una valle appartata, arricchita da un bel lago, dalle architetture in legno e dall’albergo diffuso. E i buongustai apprezzeranno l’originale prosciutto di Sauris e la birra integrale prodotta in loco. Le abitazioni mantengono ancor oggi intatte le caratteristiche tipologiche costruttive dell’edificato originario, con gli stavoli di legno e le case dalle tipiche balconate e sporti. L’origine di Sauris è strettamente legata al culto del Santo Re Osvaldo di Northumberland, al quale è dedicato un Santuario che conserva una reliquia (il dito pollice) del Santo stesso. Sviluppato tra i 1200 m (Sauris di Sotto) e i 1400 m (Sauris di Sopra) sul livello del mare, Sauris è conosciuta in Italia e all’estero per la produzione del prosciutto affumicato di Sauris secondo un’antica tradizione secolare.
Da vedere:
- Centro Storiografico – museo S. Osvaldo e visita al Centro Storico
- Tessitura Artigiana; la bottega artigiana produce tappeti ed arazzi stuoie ecc. e i manufatti vengono realizzati con telai a mano.
- Prosciuttificio Wolf; visita guidata
- Chiesa di S. Osvaldo
Socchieve Km 28 Altitudine 480 mt s.l.m.
Socchieve è una delle borgate più antiche della Carnia. È, infatti, assai ricordata nel Medio Evo, a cominciare dall’anno Mille. Il suo nome di origine latina, “sub clivo”, trasformatosi nei secoli in “sot la cleva”, si riferisce alla posizione sotto il colle. Sul colle, ai piedi del quale si trova la borgata di Socchieve, si ergeva il castello dei signori di Socchieve, a loro donato dal patriarca di Aquileia e dove oggi sorge l’antica pieve di S. Maria Annunziata (in località Castoja), già menzionata dalla metà del secolo XIII in poi, probabilmente sorta in seguito alla soppressione del vescovado di Zuglio e dove doveva esserci in tempi remoti una vedetta preromana o romana. Nel territorio di Socchieve sono numerose le architetture tipiche. Le chiese sono ricche di opere d’arte come ad esempio quella di San Martino (Monumento Nazionale) che nel presbiterio presenta un importante ciclo di affreschi del maggior pittore carnico del Rinascimento, Gianfrancesco da Tolmezzo, risalente al 1493.
Da vedere:
- Chiesa di San Martino: monumento nazionale, custodisce pregevoli affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo
Tolmezzo Km 42 Altitudine 323 mt s.l.m.
Tolmezzo è il capoluogo storico della Carnia, situato in posizione strategica allo sbocco del canale di S. Pietro nella media valle del fiume Tagliamento. La città appartenne prima ai Patriarchi di Aquileia, si alleò poi con la signoria veneziana diventando infine città italiana nel 1866. Nel corso del Settecento diventò un centro industriale, famoso anche oltre oceano per la sua attività di tessitura. Delle antiche mura del borgo rimangono ancora consistenti scorci ritrovabili nel Borgàt, ossia il centro storico, con palazzi e vie porticate.
Da vedere:
- Museo carnico delle Arti e Tradizioni Popolari, illustra tutti gli aspetti della vita, delle tradizioni e dell’arte in Carnia dal XIV al XIX sec.
- Il settecentesco duomo di San Martino
- “Consorzio Prodotti della Montagna FVG ” Negozio di prodotti tipici Carnici in via Carnia Libera 1944, n. 29.
Zuglio Km 46 Altitudine 429 mt s.l.m.
Fondata pochi decenni prima di Cristo lungo la riva destra del fiume But, Julium Carnicum fu vicus, e quindi municipium romano. Zuglio è il centro archeologico più importante della Carnia. Del romano castrum e delle fortificazioni militari non sono emerse finora particolari tracce, ma a Zuglio gli scavi hanno messo in luce resti del foro romano, di una basilica, di un tempio, delle terme. Molti reperti preistorici, preromani, romani e alto medioevali sono presenti pure nel Museo Archeologico Julium Carnicum. In età tardoromana, gota e longobarda, fu sede episcopale (IV‐VIII secolo). La diocesi, suffraganea di Aquileia, estendeva la sua giurisdizione alla Carnia e al Cadore. Assunse un rilievo sempre maggiore per la sua posizione strategica, che permetteva di controllare la strada detta Iulia Augusta che attraverso l’impervio passo di Monte Croce Carnico conduceva alle regioni del Norico. A seguito delle continue incursioni dei popoli barbari tra la fine del VI e gli inizi dell’VIII secolo venne eretta una nuova basilica sul colle di S. Pietro. Zuglio divenne allora Pieve matrice delle undici che si crearono in Carnia: ogni anno, con il rito del “bacio delle croci” viene ricordato l’omaggio che tutte le chiese della valle portavano alla croce di S. Pietro.
Da vedere:
- Museo archeologico con relativi scavi
- Pieve di S. Pietro
Ovaro Km 38 Altitudine 525 mt s.l.m.
Posto lungo l’ampia e soleggiata Valle del Degano, Ovaro è una piccola perla della Carnia e uno dei “Borghi autentici d’Italia”. In passato visse di una particolare prosperità testimoniata oggi da alcune case padronali. Il “Museo del Legno e la Segheria Veneziana illustrano il processo di lavorazione del legname, che rappresentò una grande risorsa per questo territorio specialmente nell’Età moderna durante il dominio della Serenissima. Infine, un’altra importante risorsa è stato il carbon fossile, che veniva estratto nelle miniere fino alla prima metà del secolo scorso. L’esperienza dei minatori si può rivivere oggi nella Ex Miniera di Cludinico. Da vedere è anche la Pieve di Santa Maria di Gorto, collocata su un’altura di roccia tra le frazioni di Agrons e Cella: è una delle antiche chiese battesimali carniche, inserita nel “Cammino delle Pievi”.
Da vedere:
- Il Museo del Legno e della Segheria Veneziana nella fr. di Applis: illustra le fasi della filiera del legno, dal bosco alla lavorazione finale. Il meccanismo della sega di tipo “veneziano” viene attivato dallo stesso visitatore.
- Pieve S. Maria di Gorto: una delle chiese più antiche della Carnia, ospita a destra del coro anche un piccolo museo, dove sono raccolti alcuni dei reperti archeologici più significativi rinvenuti nel territorio di Ovaro.
Pesariis: il paese degli orologi Km 56 Altitudine 750 mt s.l.m.
Il borgo di Pesariis, in Val Pesarina, si trova nel cuore delle Dolomiti Friulane. Le strette viuzze, la tipica architettura e le case seicentesche ne fanno uno dei borghi più belli e caratteristici della Carnia, ma la sua vera particolarità è la tradizionale vocazione per la fabbricazione degli orologi.
L’orologeria pesarina ha origine nel XVII secolo e dagli inizi del 1800 rappresentò per Pesariis e la Carnia un fenomeno socio-economico particolarmente rilevante per l’intero territorio carnico. Oggi a testimonianza dell’antica attività, è stato istituito un Museo dell’Orologio, una delle poche realtà di questo genere in Italia, dove si può ripercorre l’evoluzione tecnologica dell’orologeria dai modelli di orologio più antichi a quelli più recenti. Lungo le vie del paese, poi, sono stati dislocati dodici orologi monumentali in un percorso espositivo molto suggestivo che fonde arte, artigianato e tecnologia, integrandosi armoniosamente con il borgo e il suo territorio. Da non perdere lungo l’itinerario, il piccolo museo all’interno di Casa Bruseschi, una tipica abitazione borghese che ha mantenuto intatti gli antichi arredi e le suppellettili risalenti ad un periodo tra il 1600 e il 1800.
Cima Sappada Km 45 Altitudine 1292 mt s.l.m.
L’antica Borgata rivive ancora una volta a Cima Sappada, grazie alle caratteristiche architettoniche delle case e alle strutture mantenute nei decenni, come l’antica Latteria, l’affumicatoio, il Museo Giuseppe Fontana; la visita a questa Borgata racconterà uno scorcio molto caratteristico ed autentico della Sappada contadina.
Timau Km 58 Altitudine 830 mt s.l.m.
Tamau in friulano, Tischlbong in dialetto timavese tedesco, Tischelwang in tedesco standard, è una frazione del Comune di Paluzza, in provincia di Udine. Il paese, che si trova a 830 m. s.l.m. e conta circa 300 abitanti, è un’isola linguistica tedesca dove si parla un particolare dialetto carinziano medievale. Timau sorge in Val But, nella regione alpina della Carnia, ai piedi delle maestose pareti rocciose della Creta di Timau e del Gamspitz, ed è l’ultimo centro abitato prima del Passo di Monte Croce Carnico che conduce in Austria. Il museo storico “La Zona Carnia nella Grande Guerra 1915-1918” è una delle migliori esposizioni sulla Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia ed è un ottimo modo per integrare le visite ai musei all’aperto del Freikofel e del Pal Piccolo. Gestito dall’associazione Amici delle Alpi Carniche e dal Comune di Paluzza, la struttura offre moltissimi reperti trovati sulle alture circostanti nonché documenti e fotografie inedite risalenti al triennio della guerra. Una sezione speciale, con due stanze, è dedicata alle Portatrici carniche.
Quando viene dichiarata e combattuta una guerra spesso si parla degli eserciti nei campi di battaglia, dei comandanti e degli uomini che si distinguono in prima linea. Molto spesso invece si dimentica la popolazione civile che, essendo lontana dal fronte o non arruolabile, passa in secondo piano. Invece la guerra è un avvenimento totalizzante che coinvolge l’intera popolazione, specialmente nei suoi aspetti negativi.
Ma ci sono casi in cui queste figure diventano protagoniste e vengono quindi ricordate anche a distanza di molti anni. È il caso ad esempio delle Portatrici carniche, le donne della Carnia (ma anche delle valli nelle Alpi Giulie) che fornivano cibo e materiale bellico agli uomini impegnati sul fronte alpino. Dal 1992 il Comune di Paluzza ha posto, nella piazza di Timau, un monumento realizzato dallo scultore Antonio Tinaglia dedicato alle portatrici e in particolare a Maria Plozner Mentil, la donna uccisa da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916. Si tratta di una grande lastra in metallo su cui, in bassorilievo, è stato ricostruito un momento tragico della guerra, ovvero la morte di una portatrice, sorretta da altre due figure con la gerla sulla schiena mentre una quarta, più lontana, solleva il braccio indicando la parte da dove provenne lo sparo. Il 23 luglio 2011, in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, quest’opera è stata dichiarata monumento nazionale”.
Ci sono moltissimi pezzi che destano interesse, curiosità e stupore nel visitatore perché permettono di vedere con i propri occhi alcuni oggetti piuttosto datati e che lasciano immaginare quanto difficile sia stata la vita in trincea e in alta quota. È stato trovato ad esempio un barilotto per alcolici e delle stufe che servivano per riscaldare il corpo e gli ambienti. Affascinanti sono le sigarette intatte dentro una tasca per cartucce austriaca, pagnotte, giornali dell’epoca e chiodi che venivano disseminati dagli austriaci tra i due fronti. Non mancano poi elementi come l’equipaggiamento completo dei soldati, una nutrita collezione di armi e munizioni da guerra, una sezione dedicata all’organizzazione sanitaria militare con documenti sugli interventi chirurgici, le protesi per gli arti, l’attrezzatura per la sala operatoria, una notevole quantità di medicinali e la barella.
Preziose ed interessanti sono le foto originali tra cui quella del soldato polacco Karol Wojtila con la moglie ed il piccolo Karol, futuro Giovanni Paolo II oppure la fisarmonica austriaca catturata dagli italiani del Battaglione Tolmezzo durante un’azione.
Monte Lussari Km 98 Altitudine 1.790 mt s.l.m.
Per secoli, le cime più orientali delle Alpi sono state il confine naturale tra il mondo latino, quello germanico e quello slavo. Oggi, in tempo di pace, parlano ancora le lingue di tutte queste popolazioni e sono terra di incontro e di amicizia. Ne è simbolo il monte Lussari, all’estremo nordest dell’Italia, con il suo santuario che può a ragione definirsi europeo, perché è meta di pellegrinaggi dei tre popoli.
Secondo un’antica tradizione, il santuario ebbe origine nel 1360 in seguito a una serie di fatti miracolosi: un pastore trova le pecore del proprio gregge inginocchiate attorno a un cespuglio e con grande meraviglia si accorge che al centro del cespuglio c’è la statuetta di una Madonna col Bambino. Il pastore la consegna al parroco di Camporosso, ma la mattina seguente la statua viene ritrovata di nuovo sul Lussari, sempre attorniata dalle pecore inginocchiate. L’episodio si ripete una terza volta. Il patriarca di Aquileia, informato del fatto, ordina che sul luogo venga costruita una cappella. Della cappella originaria non vi sono più tracce; l’edificio attuale è il risultato di ricostruzioni e ampliamenti di un edificio del XVI secolo. Il santuario è raggiungibile a piedi, attraverso il suggestivo Sentiero del Pellegrino che si snoda tra i boschi della foresta di Tarvisio, oppure con la comodissima telecabina che parte da Camporosso.
Laghi di Fusine (Km 13 da Camporosso) Altitudine 929 mt s.l.m.
La conca dei laghi di Fusine è uno dei luoghi più affascinanti della regione.
Panorama dalla terrazza della Capanna Edelweiss (dove pranzeremo)
I laghi di origine glaciale, collegati tra loro da facili sentieri, sono ben inseriti all’interno di un fitto bosco di abete rosso e posti alla base della catena montuosa del Gruppo del monte Mangart. L’ambiente, dove vivono tanti animali e piante tipiche, si trasforma a seconda delle stagioni: la natura mostra le sue infinite gamme di colore dipingendo il bosco e i laghi con sfumature uniche e rendendo ancora più magico questo sito. Dai laghi di Fusine si possono intraprendere escursioni di diversa lunghezza. Oltre al classico giro dei due laghi, collegati da comodi sentieri, si segnala la possibilità di raggiungere il rifugio Zacchi.